Le malattie parodontali e il diabete sono purtroppo strettamente collegati. L’una è causa ed effetto dell’altra. Da molto tempo sono note le conseguenze della malattia diabetica nei confronti dei tessuti orali.
Nei diabetici è stata infatti dimostrata una maggiore propensione ad incorrere in problemi parodontali, con tutte le conseguenze che una sua rapida evoluzione può portare, ovvero anche sino alla perdita di alcuni elementi dentali. Questo perché chi soffre di diabete manifesta una reazione alterata nei confronti dei batteri presenti nella placca che si deposita attorno ai denti, fra cui quelli responsabili di gengiviti e parodontiti. Inoltre diversi mediatori aumentati, in caso di diabete, come radicali liberi e citochine, possono accrescere l’infiammazione anche a livello delle gengive. Per di più nei pazienti diabetici si assiste ad un rallentamento dei processi di guarigione dopo un intervento di chirurgia orale. La causa è multifattoriale ma, coinvolgendo la sfera genetica, è più difficilmente dominabile. Ciò che può limitare e prevenire i danni derivanti da questo tipo di patologie, è il controllo scrupoloso degli indici glicemici, in grado di attenuare e ritardare notevolmente l’insorgenza di segni e sintomi tipici delle sofferenze parodontali come sanguinamento gengivale, retrazione o rigonfiamento della gengiva e alla comparsa di quadri acuti, come gli ascessi e fino alla perdita di uno o più denti.
Questo processo è reversibile se viene riconosciuto e curato nelle prime fasi di sviluppo. Inoltre, in presenza di un quadro parodontale diffusamente sofferente, è utile indagare anche sullo stato di salute generale del paziente, che può non essere al corrente di uno stato di malattia diabetica.
Nei pazienti notoriamente diabetici oltre ad avere una probabilità più alta di soffrire di parodontite, rispondono peggio alle cure odontoiatriche, soprattutto se non c’è un buon controllo della glicemia.
Ai circa 4 milioni di diabetici italiani, va aggiunto un altro milione di persone che non sanno di avere la glicemia alta. Bisogna ricordare che i diabetici hanno un rischio 3 volte superiore di sviluppare un’infiammazione alle gengive o di peggiorare uno stato patologico già esistente. Di contro chi soffre di malattia parodontale (8 milioni di italiani presentano una parodontite grave, altri 12 milioni presentano segni di infiammazione gengivale) ha una maggiore probabilità di ammalarsi di diabete o, se sono già malati, di controllare peggio la glicemia, esponendosi al pericolo di complicazione.
Chiaramente va ricordato che il diabete ha una componente genetica fondamentale, ma tutti gli stati infiammatori cronici, così come l’impossibilità di una corretta e sana alimentazione, portano a facilitare lo sviluppo del diabete.
Per un sorriso sano, tutte le persone, soprattutto i pazienti con diabete, dovrebbero controllare spesso la salute delle loro gengive; in egual modo, chi ha una parodontite conclamata, dovrebbe tenere sotto controllo la glicemia e l’emoglobina glicata (indice del controllo glicemico). Sempre validi gli ottimi consigli alimentari specifici e le attività, anche leggere, di fitness.
Inoltre, chi soffre di diabete di tipo 1 sono più probabili conseguenze gravi renali e cardiovascolari; nei pazienti con diabete di tipo 2 è più frequente l’insufficienza renale terminale e la mortalità cardio-renale è 3,5 volte superiore rispetto ai pazienti senza problemi di parodontite. È perciò molto importante gestire l’infiammazione con un’adeguata terapia parodontale per aiutare il diabetico a mantenere sotto controllo la glicemia. Riuscirci significa favorire un miglioramento della salute parodontale, in un circolo virtuoso che migliora il benessere generale.