Le otturazioni in amalgama di argento, conosciute anche come “piombature” (un termine improprio e anche abbastanza infelice) sono state per tantissimo tempo la soluzione più adottata per concludere una terapia conservativa o endodontica.
La ragione è semplice: il basso costo, la facilità di applicazione, la resistenza e la durata nel tempo le hanno rese molto popolari sia tra i dentisti che tra i pazienti. Per tantissimi anni sono state praticamente la sola alternativa in questo campo.
Le otturazioni in amalgama: composizione
Da che cosa sono fatte, al loro interno, le amalgame dentali?
Il loro elemento principale è di regola il mercurio, pari al 50% del materiale utilizzato nella lega. Subito dopo viene l’argento che può raggiungere fino al 30% del composto rimanente, a cui vanno aggiunti altri metalli quale il rame, lo stagno, lo zinco e perfino l’oro e il palladio.
Le otturazioni in amalgama: criticità e problemi
Tutti questi metalli entrano in contatto con i fluidi della nostra bocca che, con la loro acidità, sul lungo periodo determinano una lenta corrosione dei metalli, che vengono poi ingeriti o comunque assorbiti dall’organismo del paziente.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nei paesi industrializzati l’amalgama dentale è la maggior fonte di esposizione al mercurio. Quest’ultimo è ben conosciuto per la sua tossicità, e anche se le otturazioni in amalgama ne rilasciano piccolissime quantità nel tempo, non è il massimo tenere questa piccola fonte di veleno nella nostra bocca.
Il mercurio contenuto nelle otturazioni viene lentamente rilasciato per vaporizzazione e corrosione: dopo dieci anni, il 50% del mercurio scompare dall’amalgama per diffondersi nel resto del corpo.
Per tale ragione diversi paesi come la Norvegia, la Danimarca e la Svezia hanno bandito l’utilizzo dell’amalgama in campo odontoiatrico fin dai primi anni 2000.
Le otturazioni in amalgama: eliminazione
Il nostro organismo elimina il mercurio e i vari metalli rilasciati dalle amalgame in vari modi: urine, sudore, capelli.
Talvolta l’intossicazione che ne deriva – che cambia i suoi effetti da persona a persona – può portare ad allergie, lesioni alle mucose, effetti elettrogalvanici, indebolimento del sistema immunitario.
Per questo la rimozione dell’amalgama dentale in studio deve essere eseguita con precisi protocolli di sicurezza, come quelli che ad esempio seguiamo nella nostra struttura di Carbonia.
In seguito all’eliminazione dell’amalgama si andrà a chiudere lo spazio lasciato dalla vecchia otturazione metallica con materiali biocompatibili che fanno apparire il dente come perfettamente naturale. Insomma, un bel passo avanti anche a livello estetico!
Dr. Roberto Vargiolu