Lo sbiancamento dentale è una terapia odontoiatrica puramente estetica, che in tanti pazienti richiedono specialmente prima dell’estate, per far risplendere ancora di più i propri denti in contrasto magari con una bella tintarella.
Esistono tante tecniche per “schiarire” i propri denti, dalle più sicure – eseguite professionalmente in studio – a quelle più caserecce – che talvolta creano danni allo smalto – fatte in case.
Ma in cosa consiste lo sbiancamento dentale?
Questa tecnica, conosciuta in inglese con il termine bleaching, punta a migliorare il colore dello smalto mediante agenti chimici come il perossido di idrogeno, impiegati con diverse concentrazioni a seconda della tecnica che si intende utilizzare, abbinati a sorgenti luminose come il laser.
Il perossido, applicato sulla superficie dentale, viene irradiato con il laser, che attraverso il suo calore va ad attivare l’elemento chimico che scompone le molecole delle macchie in composti più piccoli, incolori e facilmente eliminabili.
Regole da seguire dopo lo sbiancamento dentale
Il trattamento non è mai una soluzione definitiva, e può essere ripetuto a distanza di tempo per eliminare il nuovo accumulo di sostanze che vanno a “scurire” il dente.
Nei giorni successivi allo sbiancamento, da un minimo di due ad un massimo di sette, è bene seguire una dieta “anticolore”, con l’assunzione di cibi e bevande chiare.
Sono strettamente sconsigliati:
1) Barbabietole rosse, liquirizia, pomodori, tè, caffè, bibite gasate, alcolici, frutti rossi e fumo per tutelare la pigmentazione.
2) Cibi acidi quali succhi di frutta, yogurt, alcune tipologie di formaggi, aceto, vino bianco e agrumi per tutelare lo smalto, che nella procedura risulta “indebolito” dalle reazioni chimiche.
3) Cibi molto freddi o molto caldi, in quanto il dente diventa più sensibile per alcuni giorni.
Sbiancamento o schiarimento dentale?
Sarebbe più corretto chiamare questa tecnica “schiarimento” e non “sbiancamento” dentale, in quanto questa interviene sul colore naturale dei denti, che si fonda nostra genetica. Se, quindi, il dente tende ad avere una naturale pigmentazione tendente al giallo, non si otterrà mai l’effetto di bianco splendente sperato.
La soluzione, in casi simili, non risiede nello sbiancamento ma nelle faccette di ceramica, che sono le uniche a poter donare artificialmente il colore desiderato.
Dr. Roberto Vargiolu