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7Dic

Quali sono le più moderne soluzioni di cura che puoi trovare dal dentista?

by Redazione

La medicina occidentale è in continua espansione da un secolo e mezzo a questa parte.

Nel campo odontoiatrico, fin dalla fine dell’Ottocento (in cui, ad esempio, è stata creata la prima diga di gomma, di cui ho parlato in un precedente articolo) sono stati compiuti immensi passi in avanti, che ora ci permettono di curare la persona dalla più tenera fino alla più tarda età, sia in ottica preventiva che riabilitativa.

Di seguito, voglio illustrare quelle che considero il top di gamma del settore allo stato attuale:

1) Grandi riabilitazioni estetiche mediante ricostruzioni in composito

La ricostruzione dentale in composito è una tecnica che è nata per intervenire sui denti danneggiati parzialmente. In questi casi veniva inserita, nella parte scheggiata o fratturata, un materiale morbido e malleabile, che il dentista scolpiva per ricreare la forma originaria di quanto era andato perduto. Il composito veniva infine fotopolimerizzato, rendendo il tutto resistente come il dente naturale.

Le grandi riabilitazioni estetiche espandono questo principio ad un’intera arcata, permettendo di intervenire in maniera estremamente efficace e durevole anche quando ci si trova di fronte ad una bocca con denti molto danneggiati.

2) Devitalizzazioni indolori in un’unica seduta

La devitalizzazione del dente è quell’operazione che prevede l’asportazione della polpa – la sua parte più interna e vitale – ormai intaccata dalla carie. È un trattamento pressoché indolore, eseguito in anestesia locale, attraverso l’utilizzo di apposite lime con cui l’odontoiatra svuota il dente dei nervi e dei vasi sanguigni, prima di metterlo in sicurezza con una resina naturale che ripristina estetica e funzionalità di quest’ultimo.

Il suo nobile scopo è quello di eliminare l’infezione e salvare il dente, evitandone l’estrazione.

La tecnologia ci viene incontro dotando lo studio odontoiatrico di strumenti come le apparecchiature rotanti che velocizzano la procedura, riducendo il tempo di trattamento al minimo indispensabile e azzerando fastidi e disagi del paziente.

3) Chirurgia implantare semplificata con guide digitali

Nel contesto della moderna implantologia, si parla sempre più spesso di “chirurgia guidata” in contrasto con la metodica tradizionale a “mano libera”. Si definisce come “guidata” tutto quell’insieme di procedure che fanno proprio l’utilizzo di una guida personalizzata, chiamata dima chirurgica, progettata sulle specificità orali del paziente grazie a delle impronte 3D.

Il grande vantaggio della dima è che, una volta applicata all’interno della bocca, consente di posizionare con precisione assoluta gli impianti attraverso dei fori calibrati al millimetro.

Sulla base dei dati digitali viene inoltre costruita dall’odontotecnico anche la protesi provvisoria fissa, che risulterà subito a disposizione del dentista, velocizzando tutto il processo terapeutico.

Dr. Roberto Vargiolu

7Ott

L’importanza dell’accoglienza nello studio dentistico

by Redazione

Il metodo scientifico, inteso come quell’approccio iniziato a svilupparsi con Galileo Galilei dal XVII secolo in poi, ci ha permesso di raggiungere vette impensabili come razza umana, che spaziano dall’esplorazione dello spazio fino a quello della più piccola cellula del nostro corpo.

Uno dei campi che ha beneficiato maggiormente di questo modo di procedere è la medicina, odontoiatria inclusa. In Italia siamo capaci di ridonare una dentatura fissa anche ad una persona di 70 anni, oppure di riallineare i denti con mascherine invisibili, o di sopire un dolore o evitare l’infezione di una ferita con una pastiglia.

Questa ubriacatura tecnologica (e talvolta farmacologica), però, ha un lato oscuro, spesso dimenticato: il rapporto umano tra il dentista (o medico in generale) e il suo paziente.

Viene prima il paziente o la persona?

Potrebbe sembrare una domanda retorica, in quanto i due aspetti dovrebbero andare di pari passo. Eppure, fin troppo spesso questa distinzione viene messa in evidenza quando si viene trattati come un numero, o peggio come una scocciatura.

Ed è proprio qui che è importante ricordarci sempre che il paziente è in primo luogo una persona che ha bisogno di un supporto a tutto tondo da parte del dentista. Un essere umano che soffre di un disturbo e va ascoltato, compreso e infine curato al meglio delle nostre possibilità.

Il processo di cura presso lo Studio Dentistico Vargiolu

Da anni, presso la nostra struttura di Carbonia, cerchiamo di portare avanti una filosofiache guarda al paziente nella sua globalità, intervenendo non solo sulla sua bocca ma, quando serve, anche nella sua parte psico-emozionale.

Per ottenere ciò ci formiamo costantemente, studiamo e ci perfezioniamo in branche mediche che vanno al di là della semplice odontoiatria. Frutto di questa ricerca continua è il nostro Metodo Zero Paura, di cui abbiamo parlato in diversi articoli del nostro blog.

Insomma, che ci troviamo di fronte ad un bambino come ad un adulto, ad un paziente che deve sottoporsi ad una semplice igiene orale come ad una grande riabilitazione orale, il nostro obiettivo sempre è quello di creare un ecosistema che lo faccia sentire a casa, in una sorta di grande famiglia in cui ogni singolo membro del nostro team si prenderà cura del suo problema fino a che non verrà raggiunta la sua piena riabilitazione.

Dr. Roberto Vargiolu e Dr.ssa Roberta Silanos

6Ago

Cosa fare quando ci sono problemi con i denti da latte?

by Redazione

Non è mai troppo presto per andare dal dentista. Potrebbe sembrare una banale frase fatta, ma la prevenzione in odontoiatria è fondamentale, ed è meglio partire fin dai primissimi anni di età.

Ad esempio, le abitudini sbagliate nate da una scorretta suzione al seno, biberon o ciuccio possono influenzare negativamente lo sviluppo della dentatura. Ancora, input negativi ricevuti in famiglia potrebbero trasformare il bimbo in un futuro paziente odontofobico, impossibilitato o quasi a curare la propria bocca durante l’adolescenza o l’età adulta.

Insomma, come ho avuto modo di scrivere anche in altri articoli di questo blog, è bene fissare una visita dal proprio dentista anche in tenerissima età, e di certo dal momento in cui iniziano a spuntare i primi denti da latte.

Cosa sono i denti da latte?

In gergo medico hanno molti nomi, come decidui, primari o temporanei. Nell’uso comune, però, sono conosciuti come denti da latte in quanto sono i primi a svilupparsi nel periodo dell’allattamento, spuntando dal sesto mese di vita fino al secondo anno d’età.

In totale sono venti tra incisivi centrali e laterali, canini e molari.

La loro durata all’interno della bocca è “a tempo”, in quanto andranno a cadere spontaneamente dai sei anni in poi, per venire sostituiti dai denti permanenti.

Quali sono i problemi più comuni dei denti da latte?

Tante sono le cose che possono accadere con i denti da latte, una tra tutte ovviamente la carie. La presenza di molti elementi zuccherini in bocca – latte in primis, che sia materno o meno – e magari il mancato lavaggio dei denti (anche qui, sarebbe bene stimolare il bimbo fin da presto) sono una pessima combinazione per tenerli in salute.

Un altro problema possono essere i denti scheggiati da una caduta, oppure che iniziano a disallinearsi a causa dell’eccessivo utilizzo del ciuccio.

Come si risolvono i problemi dei denti da latte?

Per quanto denti destinati a cadere naturalmente, è sempre bene intervenire in tutte queste situazioni attraverso una visita professionale dal dentista. Nel caso della carie si può agire prima con azioni come la sigillatura dei solchi, oppure con una semplice otturazione quando ormai è sorta.

Per i denti scheggiati la situazione andrà valutata caso per caso, e talvolta si potrebbe anche decidere di tenerlo così come è, se ad esempio ci si trova in una fase in cui a pochi mesi di distanza si perderà naturalmente.

Nel caso invece di cattive abitudini di suzione, anche qui si elaborerà una strategia tra genitore e dentista in cui si lavorerà per superare quella fase con il piccolo paziente, in modo da evitare, ad esempio, la necessità di intervenire in futuro con un trattamento ortodontico.

Dr. Roberto Vargiolu

8Giu

Tecniche di psicoterapia per superare la paura del dentista

by Redazione

Molti dei pazienti che si rivolgono al nostro studio ci scelgono perché da diversi anni trattiamo le persone che soffrono dell’annoso problema della paura del dentista. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto l’odontofobia come una problematica globale che impatta tra il 15 e il 20% della popolazione (1 essere umano su 5!).

La paura del dentista può far raggiungere alla persona dei livelli di stress e disagio (fino al panico puro, nei casi peggiori) che si possono manifestare con sintomi quale sudorazione, tachicardia, iperventilazione, nausea, bocca secca o ipersalivazione, fiato corto, tremori.

Questa situazione può portare un paziente a non eseguire cure fondamentali per mantenere un buono stato di salute della bocca e, di conseguenza, anche del resto dell’organismo.

La paura del dentista come frutto di un trauma

Il trauma psicologico può essere considerato come una “ferita dell’anima” determinata da un accadimento scioccante che ha infranto la visione del mondo di un essere umano, influenzando il suo comportamento. Esistono diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della propria vita.

Le ricerche hanno documentato che gli individui che hanno sperimentato esperienze dolorose dal dentista sono 14 volte più a rischio di avere paura del dentista rispetto a chi non ha mai avuto un’esperienza del genere.

Il problema è che, talvolta, il trauma può non essere reale, ovvero vissuto in prima persona dal fobico, ma “trasferito” dall’esperienza raccontata da una persona cara (un genitore, un nonno, un parente) in maniera talmente impattante da influenzare la psiche della persona che sviluppa la paura del dentista.

Come affrontare la paura del dentista tramite la psicoterapia

L’approccio psicoterapeutico, abbinato ad una particolare attenzione portata avanti dal dentista e dal suo staff, può fare miracoli per permettere al paziente odontofobico di superare il suo trauma, riuscendo così a sostenere le cure di cui la sua bocca ha necessità.

La desensibilizzazione sistematica adotta il principio del controcondizionamento. Il suo funzionamento è tanto semplice quanto efficace: innanzitutto si evidenziano tutte le situazioni di paura, ordinandole in modo gerarchico. A questo punto si lavora aiutando il paziente ad immaginare le varie situazioni fobiche dalla minore alla peggiore, praticando tecniche di rilassamento fino a che non se ne riduce l’impatto a livello mentale.

Nella tecnica del modeling, invece, il paziente apprende come affrontare le proprie paure attraverso l’osservazione di altri soggetti che, in tutta calma e serenità, si sottopongono alle cure.

Insomma, l’approccio psicoterapeutico si sta rivelando un’arma di grande efficace nell’aiutare i pazienti a potersi sedere con maggior tranquillità sulla poltrona del dentista, eseguendo cure che, un tempo, non sarebbero stati nella possibilità di eseguire, a scapito del benessere globale del loro organismo.

Dr.ssa Roberta Silanos

12Apr

I vantaggi della Kinesiologia Odontoiatrica

by Redazione

La Kinesiologia Odontoiatrica riguarda tutte quelle tecniche di indagine che studiano la relazione tra la malocclusione (contatto scorretto tra i denti) e la postura generale del corpo. È ormai assodato, in ambito medico, che il 60% dei problemi legati a patologie posturali possono essere facilmente collegati a problemi di masticazione.

Lo sbilanciamento del rapporto tra i denti e la mandibola può influenzare qualunque distretto muscolo-scheletrico, con la comparsa di molteplici sintomi che vanno dal mal di testa alla cervicalgia, fino ai dolori alle spalle e al generico mal di schiena. Il test muscolare kinesiologico è uno strumento che risulta in grado di guidare la diagnosi e, successivamente, verificare l’efficacia delle terapie correttive eseguite.

Che cos’è la Kinesiologia Odontoiatrica?

Potremmo definire la Kinesiologia Odontoiatrica come una metodica di diagnostica che considera la malattia come l’espressione di uno squilibrio globale del paziente, in cui i vari sintomi risultano solo come espressioni localizzate. Una problematica dentale, quindi, potrebbe non limitare i suoi effetti alla bocca o ai suoi distretti limitrofi, ma estendersi a distretti del corpo a prima vista non correlati.

Molto spesso sintomi come formicolii, mal di testa, senso di vertigini, torcicollo e dolori alla colonna vertebrale sono la conseguenza di una malocclusione dentale mai trattata, che si sta riverberando in altre parti del nostro organismo.

Su quali problematiche interviene la Kinesiologia Odontoiatrica?

La grande protagonista delle indagini kinesiologiche del dentista è l’articolazione temporo-mandibolare,anche detta dell’ATM. Questa, infatti, è una delle più sollecitate durante la respirazione, la masticazione, la deglutizione e persino quando parliamo. Da questo aspetto si può facilmente comprendere che, in caso di malocclusione dentale, gli elementi muscolari e ossei dell’articolazione inizino a lavorare male, provocando nel tempo ripercussioni sempre più estese in tutto il corpo.

La malocclusione dentale può derivare da tante cause:

  • Carie trascurate
  • Mancanza di denti
  • Crescita difficoltosa dei denti del giudizio
  • Problemi ortodontici mai curati
  • Terapie ortodontiche scorrette
  • Protesi non congrue

Trattamenti a seguito dell’indagine di Kinesiologia Odontoiatrica

La RPTO (Range Propirocettivo Tridimensionale Occlusale) è un range spaziale all’interno del quale posizionare la mandibola con le terapie conservative, protesiche, ortodontiche o gnatologiche, in modo da risolvere problematiche create da precedenti terapie incongrue. Inoltre, può guidare nelle fasi intermedie di terapia per valutare se si sta andando verso la direzione corretta.

Una volta individuato il problema, si può intervenire in chiave intercettiva e correttiva mediante il froggy mouth, che opera nel campo della deglutizione favorendo il corretto equilibrio tra la muscolatura linguale e quella periodale, aspetto fondamentale per permettere una corretta permuta dentaria. Nell’adulto va corretta prima di misurare l’RPTO, perché una scorretta azione linguale impedisce di “spaziare” correttamente la mandibola.

Dr. Roberto Vargiolu

10Feb

L’Ortopedia Intercettiva per il bambino

by Redazione

L’Ortopedia Intercettiva riguarda una serie di interventi che rientrano nella branca dell’ortodonzia infantile, posti in essere per guidare o correggere la crescita dei denti e delle ossa mascellari del bambino (da qui Il termine intercettiva) anticipando l’insorgere della malocclusione (contatto scorretto tra i denti) in fase di crescita.

Quando va eseguita l’Ortopedia Intercettiva?

L’obiettivo dell’Ortodonzia Intercettiva è quello di evitare l’eccessiva usura dei denti bilanciando e ottimizzando la masticazione, nonché stabilizzare possibili scompensi in termini di denti storti, accavallati o altro.

Aiuta poi a compensare alcune cattive abitudini infantili come il succhiare il dito o mettere la lingua in una posizione scorretta durante i processi di deglutizione.

Sebbene la maggior parte dei trattamenti ortodontici possa essere eseguita a qualsiasi età, in questo caso specifico il momento migliore per portare avanti il trattamento è tra i 5 e i 10 anni.

Quali sono le cause che portano a dover intervenire mediante L’Ortopedia Intercettiva?

La malocclusione è spesso determinata, o comunque aggravata, da abitudini scorrette protratte nel tempo, o anche da movimenti errati della lingua e di altri muscoli orali dovuti ad una respirazione fatta dalla bocca piuttosto che dal naso (quest’ultima è la corretta e naturale respirazione fisiologica).

Altre cause possono essere di tipo genetico, in cui i denti e le ossa mascellari subiscono, per quanto riguarda la loro forma e dimensione, l’influenza genetica dei genitori.

La maggior parte, però, rimangono di tipologia ambientale, ovvero incentrate su abitudini sbagliate in cui è possibile intervenire a livello di Ortopedia Intercettiva.

In cosa consiste un trattamento di Ortopedia Intercettiva?

Per comprendere i trattamenti ricompresi in questa disciplina odontoiatrica, bisogna partire dallo scopo della terapia intercettiva:

1) Correggere il difetto principale in fase di crescita.

2) Abbreviare e semplificare l’eventuale trattamento con apparecchio fisso una volta che sarà spuntata la dentatura permanente.

A tal fine si può lavorare con delle mascherine/apparecchi che stimolano lo sviluppo della mascella o della mandibola. Questi strumenti risultano del tutto indolori, e di solito il loro utilizzo dura in media un anno circa, con variazioni a seconda della complessità del caso.

Concludo con una riflessione generale. L’Ortopedia Intercettiva è un trattamento preventivo di fondamentale importanza. Individuare per tempo, con una visita da effettuare verso i 3-4 anni del bambino, la necessità di predisporre un intervento da parte del dentista, riduce grandemente il rischio di malocclusione in fase di crescita, evitando problemi peggiori da risolvere in fase adulta con maggior dispendio di tempo, fatica ed energia da parte sia del medico che del paziente.

Dr. Roberto Vargiolu

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